giovedì 10 aprile 2008

Clown e Medicina (Compito 6)

Clown... chi di voi, quando sente questa parola, non pensa subito al circo, patria naturale di questi personaggi che, grazie alle loro grottesche maschere e al loro goffo atteggiamento creano ilarità fra i bambini del pubblico? Proprio per questo è molto difficile considerare quello dei clown come un lavoro vero e proprio: "che cosa ci vuole a fare versi strani, tirare due o tre torte in faccia alla gente? Che cosa ci vuole a far ridere un bambino al Circo?"
Facile, quando si parla dei bambini del Circo, già...

Esistono altre realtà.

Comicoterapia, si chiama così: fu inventata da Patch Adams, un medico americano che ebbe l'idea di sfruttare la comicità dei clown e l'effetto che questa poteva avere sui bambini per dare un sostegno morale ai piccoli pazienti degli ospedali. Proprio questo argomento ci ha portato davanti il nostro professore di Informatica, martedì, con un seminario aperto a tutti; un'esperienza unica, che mi rammarico di non aver potuto vivere in prima persona (esame di inglese, grrr... =_=), ma la cui descrizione, riportatami da alcuni compagni, mi ha colpito ed emozionato molto comunque, davvero.

Non dev'esser facile far ridere i bambini degli ospedali, coloro che, costretti dalla malattia, devono passare molti, se non gli ultimi giorni della loro vita fra le mura di una stanza, o sopra le lenzuola di un letto, coloro che colpiti dalla malattia non possono vivere e nutrirsi appieno della vita, dei loro desideri fanciulli e immacolati, della possibilità di sorridere, in preda alla gioia, tirando quattro calci ad un pallone, correndo su di un prato o guardando sognanti le nuvole, giganti; ecco cosa fanno i clown degli ospedali: cercano di portare loro questo sorriso, con una battuta, un gioco, una carezza, trasformando così per pochi minuti un luogo a loro amorfo in un sogno fanciullo realizzato, un temibile uomo con il camice bianco e una siringa in mano in un caro e raro amico, che ti fa sorridere e giocare, che ti confida i suoi segreti e che... ti porta il sole.

"Sono vivo... nonostante i medici!" questa frase, su di un cartello, apriva il corteo all'interno di Careggi, martedì; come a voler dire: "i farmaci non sono l'unica cura, non sono l'unica alternativa! Occorre fare di più, curare vuol dire anche ricordarsi che in ognuno di noi risiedono dei sentimenti, delle emozioni, uno spirito che, così come il corpo, va curato."

"I medici devono curare le persone, non le malattie", diceva Adams, percependo proprio l'importanza di quello spirito, di quel sorriso fanciullo che in ognuno di noi vive.

6 commenti:

Flowerontherock ha detto...

"Patch Adams" uno dei film più belli che abbia mai visto.

Anonimo ha detto...

non c'entra niente col post ma...finalmente hai abilitato i commenti anonimi! era ora! basta discriminare chi non fa il blog! ^__^ ha ha ha, però non ti dico chi sono!

MatteoRon ha detto...

Tanto ho già scoperto chi sei!

E... occhio che come li ho abilitati li posso anche disabilitare! Ghghghgh! :P

Dottor Nuvola ha detto...

Ciao, sono Nuvola del progetto m'illumino d'immenso, ho letto quello che hai scritto sui clown e trovo doveroso risponderti.tu dici che fare il clown al circo è facile, io non ne sarei così convinto, è un mestiere duro che non si limita a fare versi e tirare torte e comunque anche queste cose vanno eseguite con ritmo e tempo comico e credimi se ti dico che è molto difficile, prova a farlo e te ne accorgerai, guarda Chaplin o Buster Keaton e cerca di rifare quelle cose semplici e ti accorgerai che sono molto complicate, in ospedale per assurdo è più semplice perchè la struttura triste appena vede qualcosa di colorato viene subito modificata, attiri l'attenzione molto più facilmente in ospedale che al circo, i bambini restano bambini e se non stanno sentendo dolore per loro essere al circo o all'ospeale cambia ma non di molto, se vuoi rispondermi fallo sulla mia mail che il tuo commento l'ho trovato per caso e forse non saprei neanche ritrovarlo, nuvola@castellinaria.prato.it
Ciao
Nuvola

MatteoRon ha detto...

Nuvola, io non dico che fare il clown del circo sia facile: ho voluto anzi sottolineare come molta gente tenda a valutare queste figure negativamente (infatti se ci fai caso la mia era una citazione) se non addirittura a disprezzarli. So che la vita da circense è tutt'altro che facile, ma quello che pensavo e che continuo a pensare è che fare il clown negli ospedali sia più difficile perchè si ha a che fare con bambini che già in età piccola sono colpiti nel profondo da esperienze negative quali la malattia.
Penso che mentre i bambini che vanno al circo sanno che lì si divertiranno, i bambini costretti nei letti degli ospedali non siano così bendisposti al sorriso: ecco perchè secondo me è più difficile fare il comicoterapeuta.

Per quanto riguarda la comicità di Chaplin e Keaton questa non era fatta solo di torte in faccia o versi strani: era infatti rivolta anche ad un pubblico più adulto e a volte affrontava tematiche ben più impegnate (vedi Il Grande Dittatore) rispetto a quelle del circo moderno.

Unknown ha detto...

Con la presente segnaliamo un'interessante iniziativa prevista per il 25 novembre a Milano con la partecipazione del dott. Patch Adams e della School for Designing a Society.

Per maggiori informazioni: www.educaredesiderio.blogspot.com

Ringraziamo per l'attenzione e ci auguriamo di incontravi a novembre!